La cultura magico-alchemica.
Abbiamo
analizzato la genesi del pensiero mondialista del Nuovo Ordine Mondiale e
tuttavia manca ancora un tassello importante: l’aspetto esoterico delle società
occulte. Dobbiamo innanzitutto agli studi dello storico Giorgio Galli la
consapevolezza che dietro alla facciata “apollinea” della cultura occidentale
se ne nasconde un’altra, selvaggia e misteriosa fatta di streghe, di maghi e di
alchimisti. Essi prosperano alla corte di Praga sotto la protezione di Rodolfo d’Asburgo
(1552-1612) proprio negli stessi anni in cui alla corte di Londra, sotto
Elisabetta I (1533-1603), si iniziava a vagheggiare l’idea dell’Inghilterra
come di una nuova Israele. Il ponte tra i due mondi fu gettato da John Dee, che
soggiornò alla corte di Praga prima di diventare il mago di corte di Elisabetta
I e uno dei primi ideologi dell’imperialismo inglese 1 .
La
Guerra dei Trent’anni (1618-1648), che fu l’ultima delle ultime grandi guerre
di religione combattute in Europa, è un momento importante nella storia della
civiltà occidentale. Come rileva Giorgio Galli: << fu una guerra di religione, tra protestanti e cattolici; fu
una guerra per l’affermazione dello Stato moderno, col modello della Francia di
Richelieu. Fu anche – e questo aspetto è meno studiato – una guerra per
distruggere insieme le << streghe >> e i << maghi >>
rinascimentali. Quest’ultimo aspetto modificò radicalmente i rapporti tra
cultura politica e cultura esoterica: fino al XVII secolo astrologi e alchimisti
facevano parte ufficialmente – nonostante periodiche eclissi per condanne
ecclesiastiche – degli staff politici dei sovrani che creavano lo Stato
moderno, con la forma istituzionale della monarchia detta << assoluta
>>. In seguito la loro presenza divenne episodica e clandestina, in un
quadro di clandestinità globale della cultura ermetico-alchemica, che ha
costituito un portato non secondario della guerra dei Trent’anni >> 2
.
Secondo
la tesi di Giorgio Galli questo fu il contesto storico che obbligò maghi, alchimisti
ed ermetici a dotarsi di strumenti idonei a resistere alla repressione:
un’organizzazione segreta, in quanto clandestina, che avrebbe permesso la
trasmissione del proprio sapere e della propria cultura. Questa società segreta
prese come simbolo – oggi diremmo: logo – la rosa e la croce. Ritorniamo così a
quei Rosacrociani antichi di cui abbiamo già parlato nel precedente capitolo. Tra
i libelli del già citato Valentin Andrae (1614) e la fondazione della
massoneria speculativa (1717) esiste una continuità storica che ci permette di
affermare la sostanziale discendenza di quest’ultima dai Rosacroce: << Lungo tutto l’arco di un secolo
(1614-1717) mancherebbero tracce di continuità solo per circa un ventennio
(1630-1650), quello nel quale matura lo scontro tra il re e il parlamento e
durante il quale una organizzazione clandestina di esoteristi doveva
comportarsi col massimo della prudenza. E’ comunque attendibile che il
patrimonio culturale degli esoteristi, perseguitati sul continente, sia stato
trasmesso in Inghilterra per tutto il XVII secolo >> 3 .
Le
interferenze della massoneria speculativa nel mondo della politica sarebbero
addirittura antecedenti alla nascita della stessa: << una tradizione esoterica (quella rosacrociana) si intreccia
con la cultura politica e in particolare con le vicende che segnano la
definitiva vittoria nel Regno Unito della rivoluzione parlamentare, premessa
della democrazia rappresentativa […] >> nel senso di una <<
conferma della scelta dei rappresentanti della cultura esoterica, in questo
periodo, per le soluzioni istituzionali della cultura liberal democratica
>> 4 . Lo stesso atto costitutivo della massoneria
speculativa, ad opera del rev. Anderson e del rev. Desaguliers, avrebbe
nascosto interessi fin troppo profani: <<
un complotto politico messo in piedi da Desaguliers e del quale alla fine del
XX secolo non abbiamo ancora del tutto dipanata la trama >> 5
secondo Ambelain. Anche ad avviso di Galli <<
la massoneria accentua la sua politicizzazione nell’ambito delle istituzioni
della democrazia rappresentativa (può essere questa la critica che formula, per
esempio, Ambelain, forse collegando questa evoluzione alla svolta del 1717). Si
attenuano i collegamenti con la tradizione esoterica e questo può spiegare
l’avvicinamento iniziale e il successivo distacco dalle logge di personalità
che avranno qualche rapporto con la cultura politica, da Luis-Claude de
Saint-Martin a René Guènon >> 6 .
Si
noti che personaggi come Guènon possono essersi allontanati, sì, dalla
massoneria ma non per questo hanno cessato di manifestare la loro influenza sul
mondo della politica. Partendo da ciò possiamo ipotizzare che esista un secondo
livello di potere, contiguo a quello massonico ma non pienamente identificabile
con esso.
Dopo
aver testimoniato l’impegno dei rosacruciani per sostenere istituzioni
politiche che garantissero una certa tolleranza, lo stesso Galli accenna poi a
uno sviluppo inatteso: << uno
scontro all’interno della cultura esoterica >> dal quale emersero
gruppi portati a << identificarsi
con soluzioni politiche diverse da quelle contrattualistiche, sulle quali
facevano affidamento i rosacruciani delle origini >> 7 . Tale
contraddizione può essere così esplicitata: <<
si potrebbe, quindi, ipotizzare da un lato una relativa continuità di questa
originaria impostazione nei rapporti con la massoneria; e, dall’altro,
evoluzioni che risentono di culture politiche critiche verso la
liberaldemocrazia rappresentativa: da una parte, l’egualitarismo, che culmina
nella filosofia marxista; e, dall’altro, l’elitarismo, che avrà espressione nei
fascismi storici >> 8 .
Questi
contrasti emergono con sempre maggiore evidenza mano a mano che la cultura
occidentale abbraccia la Scienza rinnegando la magia. Esaminiamo questo
passaggio di Galli relativo al XVII secolo: <<
la persecuzione (della magia, n.d.r.) non fu promossa per ragioni politiche, ma
per la citata contiguità con la temuta << stregoneria >> e perché
la cultura ermetico-alchemica esprimeva una concezione del mondo concorrenziale
con quella della nascente rivoluzione scientifica: per gli alchimisti il
processo di trasformazione degli elementi in sintonia con la natura veniva
ritenuto non scindibile da un processo di trasformazione dell’operatore nel
senso di una sua piena autocoscienza. La rivoluzione scientifica vittoriosa
avrebbe invece scisso i due elementi >> 9 .
Domandiamoci
ora cosa si intendeva nel XVII per Scienza. La domanda non è gratuita, ma al
contrario ci apre a interessanti riflessioni. Newton – impegnato
contemporaneamente nella ricerca scientifica, nell’esperienza alchemica e
nell’attività politica – poteva ancora considerarsi un “magus” che operava una
sorta di mediazione tra Dio e il mondo. Il reverendo Desaguliers, che fu il
co-fondatore della massoneria assieme al reverendo Anderson, << collabora agli esperimenti
dell’ormai vecchio Newton, ne diffonde le teorie, scrive un poema didattico sul
suo sistema (1728). Nel 1714 era entrato a far parte della Royal Society, culla
della scienza moderna, ma che Ambelain descrive in questi termini: <<
Derivava dal “Collegio Invisibile” fondato a Londra nel 1645 da Boyle e Locke,
il quale derivava a sua volta dalla Rosacroce fondata a Londra nel 1610
>> 10 .
Già
questo basterebbe a gettare un’ombra inquietante sulla nascita della Scienza
moderna, ma vi è di più. Scrivono la Perrucchetti e il Marletta: << Il Collegio invisibile era una
sorta di “club” di pensatori e uomini colti: il termine “collegio” derivava
probabilmente dal medesimo termine utilizzato dai “nemici” cattolici Gesuiti,
mentre l’ “invisibilità” sarebbe rimasta tale solo fino all’auspicato
riconoscimento da parte della Corona inglese; riconoscimento, che giungerà il
28 novembre 1660 con la fondazione della Royal Society – i cui membri erano,
molto simbolicamente, dodici come i discepoli di Cristo ed è con la fondazione
della Royal Society che si assisterà alla creazione della forma più perfetta di
utilizzo della cultura come strumento a sostegno del potere. Del resto, si
tratta della medesima epoca in cui il filosofo inglese Thomas Hobbes, nel suo
Leviathan, affermava che una delle condizioni indispensabili per la
sopravvivenza stessa dello Stato risiedeva nel controllo delle opinioni delle
masse; mentre Christofer Wren, uno dei fondatori della Royal Society, nel
preambolo dell’atto costitutivo << ne indicava gli scopi, tra cui quello
di stabilire le teorie filosofiche corrette con le quali avrebbe servito la
Corona >>. In pratica, la Royal Society nasceva non con lo scopo di far
progredire le scienze, ma con quello di utilizzare esplicitamente la scienza
stessa a sostegno del potere politico e ideologico dell’Inghilterra >> 11
.
E’
da questo mondo che proviene il reverendo Desaguliers, incaricato dalla casa
regnante di Hannover – in contrapposizione agli esiliati Stuart – di fondare la
massoneria moderna in quello che uno storico di ambito massonico come Ambelein
definisce << un complotto politico
>> 12 . Ma perché allora la stessa definizione non può
essere attribuita alla Royal Society? Questa organizzazione fu il precursore
dell’UNESCO e fu anche la realizzazione, in ambito britannico, di ciò << che Comenius aveva sognato >>
ovvero l’idea che << un piccolo
gruppo di illuminati detentori della verità abbia il diritto di “indirizzare”
l’umanità verso scopi e fini ignoti alle moltitudini >> 13
. La Scienza sarebbe nata, quindi, come una macchinazione delle élite per
ingannare le masse. Essa sarebbe stata incoraggiata, difesa e finanziata per
essere utilizzata come instrumentum regni in concorrenza con la religione
cattolica. Lo comprese bene uno dei padri del pensiero razionale moderno,
Cartesio (1595-1650) che accosta metodi di dimostrazione scientifici e prove
ontologiche sull’esistenza di Dio per condurre il lettore nell’iperuranio delle
idee assolute tanto care in ogni tempo ai nemici della libertà umana: Platone,
San Paolo, Sant’Agostino per poi finire – grazie al ponte gettato da Cartesio
appunto – a Russeau, Hegel e Marx 14 . Non ci sembra cosa da poco il
fatto che il filosofo francese abbia maturato le sue idee durante i ripetuti
soggiorni nell’Olanda calvinista. Né che egli abbia cercato – e forse trovato –
dei contatti con quel mondo clandestino dei maghi, degli alchimisti e degli ermetici
di cui si è detto finora, come ipotizza Giorgio Galli 15 .
Non
è dunque possibile scindere in modo netto la massoneria dall’esoterismo, la
magia dalla scienza, la massoneria dalla democrazia. Infatti, per quanto
incredibile possa sembrare, la cultura esoterica del XVII secolo ha favorito
l’affermarsi della democrazia ed è stata all’origine sia della massoneria sia
della scienza moderna. Gli ultimi due fenomeni, oltretutto, sarebbero il frutto
di una cospirazione architettata da intellettuali di corte, aristocratici e
ricchi borghesi con la benedizione della famiglia reale inglese e della Chiesa
anglicana. Questa premessa è fondamentale per comprendere quanto in seguito
diremo.
<< Bisognerà,
tuttavia, attendere quel XIX secolo che vedrà l’espansione planetaria del
potere britannico, perché la lobby rappresentata dalla Royal Society diventi la
più potente ed efficace stampella ideologica dell’Impero di sua Maestà. Uno
degli esempi più noti di questa scienza al servizio del potere, sarà l’opera
del pastore anglicano Thomas Malthus, membro di spicco della Royal Società e
autore di quel An assay of the principle of population as it affects the future
improvement of society, a cui si rifanno, ancora oggi, tutti i teorici del
denatalismo e della necessità di contenere o ridurre la popolazione mondiale
>> 16
.
Secondo
Malthus le risorse alimentari tenderebbero a crescere in maniera aritmetica,
mentre invece la popolazione crescerebbe in maniera esponenziale. Sarebbe
dunque necessario impegnarsi per frenare la crescita della popolazione,
soprattutto quella più povera. Pertanto si sarebbero dovuti rimuovere i sussidi
per i ceti meno abbienti – i “Poor Laws” – e ridurre i salari dei lavoratori a
livello di mera sussistenza. Egli affermava anche che << i mezzi attraverso i quali tale limitazione (della popolazione
n.d.r.) si attuava in natura o nelle società erano più spesso di carattere
repressivo o preventivo: le vie repressive contemplavano, in un caso, l’azione
della mortalità per mezzo di epidemie, guerre, carestie, ecc; nell’altro, una
diminuzione della natalità mediante la diffusione di tutti quei comportamenti,
tra cui l’adulterio, la sodomia, ecc. , che causano una diminuzione delle
nascite >> 17 . Simili teorie, secondo la Perrucchetti e
il Marletta, non facevano altro che riprodurre in forma scientifica un sentimento
razzista e classista fortemente diffuso nella società inglese del tempo.
Alla
fine del XIX secolo quel tempio della Scienza che fu la Royal Society partorì un’altra
perniciosa dottrina, il darwinismo sociale: <<
Presidente della Royal Society dal 1883 al 1885, Thomas Huxley fu anche il
promotore di un gruppo più ristretto ed esclusivo, l’XClub, che ebbe un
influsso enorme sulla cultura britannica e la spinse all’accettazione del
Darwinismo e dei suoi presupposti. Il Darwinismo, d’altro canto, con la sua
idea di lotta per la sopravvivenza e di dominio del più forte ed evoluto,
poteva divenire una meravigliosa stampella a sostegno dell’imperialismo inglese
(ed europeo in generale); nell’ottica dell’epoca era, infatti, scontato
immaginare che l’essere più evoluto al mondo fosse l’uomo bianco europeo (e
inglese, in particolare), destinato quindi, dalla Natura stessa, a dominare le
altre culture e razze >> 18 .
Pur
concordando con l’analisi della Parrucchetta e del Marletta, non siamo del
tutto convinti delle loro conclusioni: <<
con la sua idea di evoluzione “casuale”, che estrometteva di fatto qualsiasi
intervento divino sulla realtà, il Darwinismo diveniva inoltre uno
straordinario strumento di lotta contro le “religioni tradizionali” e, in ogni
caso, contro tutte quelle eredità del passato che, in un modo o nell’altro,
sembravano opporsi all’affermazione globale del nuovo mondo
liberal-capitalista. Alla fine dell’Ottocento, infatti, l’Inghilterra non era
più quel nido di “fanatici religiosi” che era stata secoli prima, ma era
divenuta, al contrario, la fucina ideologica di ogni tipo di materialismo,
dell’esaltazione del potere tecnologico della macchina e del progresso, inteso
come “conversione” del mondo intero alla cultura e alla civiltà moderne >>
19 .
Proviamo
ora a confrontare le teorie scientifiche dimostrate da Malthus e Huxley con le
dottrine magiche del satanista inglese Alleister Crowley. Scrive Silverio
Corviseri: << Nel liber Legis
ch’egli scrisse nel 1904 sotto diretta dettatura, a suo dire, di una entità
spirituale chiamata Aiwass “non c’è spazio […] per la democrazia, né rispetto
per l’uomo comune” […] Definì l’umanitarismo la “sifilide della mente”. Egli si
dichiarò a favore del dominio dei più forti sui più deboli e del ripristino dei
più spietati meccanismi della selezione naturale in modo da “migliorare la
razza”: di conseguenza occorrerebbe tornare ai tempi che precedettero la
civiltà giudaico-cristiana sconvolgitrice dell’equilibrio della natura
attraverso la contaminazione degli “abili” da parte degli “inabili”. Crowley si
chiese se non fosse meglio “sterminare direttamente questi parassiti che
infettano l’umanità, cioè i cristiani e anche gli ebrei, che appartengono in
fondo allo stesso ceppo religioso. Il darwinismo sociale di Crowley agli inizi
del Novecento era molto diffuso in ampie cerchie dell’intellettualità europea e
di quella britannica in particolare. Essa fu il brodo culturale e il senso
comune di tutte le teorie esoteriche basate sulla gerarchia degli individui e
delle razze, sulla concentrazione in poche mani della magia […] nella società
umana “c’è il padrone e c’è lo schiavo, il nobile e il servo, il lupo solitario
e il gregge” >> 19.
Chiunque
può osservare come le dottrine rivelate dall’entità Awaiss a Crowley corrispondano
alle tesi del malthusianesimo e del darwinismo sociale. Ognuna di queste tre
dottrine presenta inoltre l’avallo della Verità: nel primo caso una verità
soprannaturale, negli altri due quello della verità scientifica. Questo esempio
ci suggerisce la suggestiva ipotesi che l’élite che deteneva il potere
finanziario – che all’epoca si concentrava nella City di Londra – discutesse dei
destini dell’umanità in circoli ristretti dove si praticavano ancora quei
rituali esoterici ereditati dal passato rosacruciano. Una forma di religione
coltivata in clandestinità e caratterizzata da un elitarismo estremo, come
tutte le religioni iniziatiche della Storia umana. Sospettiamo perciò che proprio
questi cenacoli fossero il centro motore del Nuovo Ordine Mondiale.
Ne
troviamo una conferma indiretta nel fatto che proprio dai sopradetti ambienti
provenissero i più noti iniziati come Comenius o Sant’Yves d’Alveydre, i quali
o di propria iniziativa o per compiacere i potentissimi committenti avrebbero
divulgato gli indirizzi della dottrina mondialista. Su questo punto ci
limitiamo per ora a citare l’autorità di Giorgio Galli che concorda sul fatto
che nel XVI e XVII secolo << i
rappresentanti della cultura ermetico-alchemica non avevano un rapporto diretto
con la politica. Svolgevano, semmai, un ruolo indiretto che oggi si direbbe di
consulenza, talvolta legato a missioni segrete, come è stato detto di John Dee:
un rapporto tra poteri occulti e servizi occulti che si ritroverà nei secoli successivi
>> 21 . Più avanti esamineremo il ruolo di primo piano
ricoperto da grandi iniziati come Crowley, Krumm-Heller e Giuseppe Cambareri
nella cospirazione mondialista che portò all’affermazione e alla caduta dei
fascismi storici: un ruolo che nel campo dell’intelligence è definita con
l’espressione di “agente di influenza”. Tali erano anche Comenius e Sain’Yves
d’Alveydre: i profeti del Nuovo Ordine Mondiale svolgevano a nostro avviso il
ruolo di cinghie di trasmissione tra i desideri delle élite che controllavano la
finanza mondiale e un livello, per così dire, “intermedio”, caratterizzato
anch’esso dalla segretezza e dall’utilizzo di simbologie e rituali magici. Un
mondo che però si discostava sempre più dall’ideale alchemico di
perfezionamento interiore per lasciarsi travolgere da una deriva profana che se
da un lato avrebbe accresciuto la propria influenza sulla società, dall’altro
avrebbe suscitato le critiche sempre più aspre degli esponenti di spicco
dell’esoterismo. Questo mondo è la massoneria.
Il
potere finanziario che da secoli tiene le redini del mondo recluta proprio
all’interno della massoneria quelle armate di “tecnocrati” a cui Saint’Yves
d’Alveydre vorrebbe delegare il governo della res pubblica. Insediati in
posizione chiave in ogni settore della vita pubblica, i “fratelli” sarebbero stati incaricati di manovrare
l’opinione pubblica così da ottenere il consenso delle masse indispensabile per
soddisfare i desideri inconfessabili dei padroni del mondo. Ecco quindi
l’esigenza di tradurre gli inviti pseudo-religiosi dei grandi iniziati –
comprensibili solo da un piccolo numero di persone in possesso di un
determinato patrimonio sapienziale – in un linguaggio comprensibile alle masse.
Ed ecco quindi l’esigenza della Scienza, che, come abbiamo visto, si sviluppa
in Inghilterra proprio a partire da quel mondo alchemico, già ridotto alla
clandestinità, da cui ha origine anche la massoneria come ci dimostrano le
vicende, qui sommariamente esposte per ragioni di spazio, di Newton e del
reverendo Desaguliers.
Se
la Scienza è il linguaggio, la Scuola è il primo pilastro dell’edificio della
coercizione silenziosa delle masse: <<
anche il Grande Oriente conosceva bene l’importanza strategica dell’istruzione
scolastica >> 22 scrive Fabio Venzi con riferimento allo
storico evento della scissione della massoneria italiana in due tronconi – Piazza
del Gesù e Palazzo Giustiniani – avvenuto nel 1908 proprio a causa delle
divergenze di opinione sull’orientamento che doveva avere la scuola pubblica. Tale
percezione, come abbiamo visto, fu ben chiara in Inghilterra fin dal XVII
secolo e fu la ragione che portò alla nascita della Royal Society. Fu questo
tempio del Sapere che formò generazioni e generazioni di tecnocrati, che nella
massoneria cercavano soprattutto <<
la protezione di un club molto esclusivo, a cui però non si può disobbedire
>> 23 per riprendere le parole già citate di Marco
Pizzuti. Sia detto qui per inciso: gli altri pilastri del sistema di
coercizione delle masse oltre alla Scuola furono, storicamente, il servizio di
leva, il sistema penitenziario e il manicomio: tutti strumenti che hanno come
fine l’educazione (o la rieducazione) del cittadino-lavoratore al
riconoscimento dell’autorità e alla pratica della disciplina 24 .
Se
il ruolo esecutivo della massoneria è facilmente intuibile, resta difficile rintracciare
le testimonianze di quel “livello superiore” che ha mantenuto intatti i
rapporti col mondo magico, alchemico ed ermetico del XVII secolo mentre la
massoneria si abbandonava alla ben nota deriva profana. Ne troviamo tuttavia traccia
nella lettura inglese – nel romanzo gotico, in Byron e Stoker – ma anche nella
politica. Giorgio Galli, che pur cercando testimonianze in questo senso tende a
sistematicamente a ridimensionare il ruolo del mileu occultista, è costretto ad
ammettere: << non sono, tuttavia,
mancati rapporti con la cultura politica; e mentre altrove sembrano essere
stati più frequenti i rapporti con l’ideologia della destra (più noti) come
della sinistra (sinora meno rilevati), in Inghilterra vi sono stati momenti di
contatto con quella liberale; dall’inizio del secolo scorso, con Balfour, al
culmine del British Empire, sino al suo declino, con la seconda guerra mondiale
e con gli uomini che ritenevano di difenderlo: Churchill e il premier canadese
Mackenzie King >> 24 .
Elemire
Zolla così racconta l’involuzione e la degenerazione dei circoli esoterici britannici
del XVIII secolo: << in Inghilterra
[…] gli Hell Fire Club settecenteschi [circoli del fuoco infernale, N.d.A.]
avevano visto aggirarsi in quello Stato << dove non si può essere
umiliati >> , certi singolari mostri, nelle cui mani finivano le sorti
dell’Inghilterra gettate sulle vie dell’Impero. Il riflesso letterario di
codesti covi è il romanzo nero sataneggiante e soprattutto Vathek (compagnia
tra le più infernali fu quella di William e Luisa Beckford, Philippe de
Loutherbourg e del loro tredicenne << cherubino >> Courthenay, i
quali sacrificavano al demonio il parto di Luisa), ma ancora la vita di Lord
Byron e le tortuose considerazioni di Cain sono un’eco delle bestemmie
coltivate in quei luoghi. Resta da vedere se gli Hell Fire Club più celebri del
‘700 (i cui frequentatori furono gli arbitri dell’eleganza che imposero il
culto della carne, della morte e del diavolo), fossero luoghi di culto
evocatorio satanico, oppure soltanto confraternite sadiche >> 25
.
Ulteriori
informazioni sui rapporti tra la classe dirigente britannica e gli Hell Fire
Club le possiamo cogliere da Danilo Arona e Gian Maria Panizza: << Quello dei riti e delle cerimonie
celebrate da sir Francis Dashwood e dai suoi amici << monaci >> ,
verso il 1750, nell’abazia di Medmenham. Dashwood, rappresentato presso la
Royal Academy come un francescano che adora un’immagine di Venere profana –
cioè nuda – è già celebre nel 1728 per il suo comportamento empio e scostumato,
la sfrenata dissolutezza. E’ celebre per aver fondato lo Hell Fire Club, un’istituzione
che presto venne imitata in tutta l’Inghilterra dai giovani eredi di una
nobiltà corrotta e tediata. Rhodes, basandosi sui dettagli del ritratto di
Dashwood di Hogarth […] (un calice rovesciato accanto a un rosario e a un
messale aperto) deduce una prova del carattere manicheo dei riti celebrati dai
Dodici Miscredenti della Confraternita: argomenta che alcuni indizi ci possono
far pensare a un culto di Satana, sia pure un Satana rivestito dei panni di un
razionalismo illuminista settecentesco. Di questi riti non si sa nulla, perché
il segretario, Paul Whitehead, bruciò tutti gli annali e i documenti.
Nell’ambito dei vari club si invocava Lucifero, ci si burlava della religione
con cerimonie nelle quali si disonorava il crocefisso alla presenza di gatti
neri. Tutto ciò condusse alla collera del Re, a un editto che condannò
l’affronto empio e blasfemo alla Sacra Religione. Si votò anche per la
soppressione dei club con poteri di emergenza, e da allora il movimento, si
potrebbe dire, passò alla clandestinità. Dashwood riformò anche il Book of
Common Prayer (in collaborazione, nel 1773, nientemeno che con Benjamin
Franklin, suo amico personale, che pare abbia visitato l’abazia durante una sua
venuta in Inghilterra). Riemergerebbe ancora una volta l’antica accusa
orgiastica a un movimento clandestino, stavolta non più dissimulato nelle
tenebre ma – illuministicamente – esposto a tutti dietro una facciata beffarda
e derisoria, apertamente politica, insomma >> 26 .
Dal
passo che abbiamo ora citato troviamo importanti conferme alle nostre tesi:
innanzitutto che vi fu una continuità nei culti pagani che può essere
rintracciata pure nel bel mezzo dell’età dei Lumi. Considerato l’alto livello
degli affiliati, deduciamo che il mondo esoterico ebbe un impatto notevole
sulla vita politica della Gran Bretagna e di una parte sempre più grande del
mondo, man mano che l’Impero britannico si ampliava, fino ad abbracciare il 40%
delle terre abitabili. Degna di nota è la descrizione dei “giovani eredi di una
nobiltà tediata e corrotta”: da essi provenivano gli uomini politici che
reggevano le sorti dell’Impero e la schiera di amministratori dei lontani
possedimenti oltremare di Sua Maestà, che costituivano la spina dorsale dell’Impero
britannico e contro i quali il giurista Edmund Burke metteva in guardia i suoi
concittadini, accusandoli di essere “i violatori della legge in India” 27
. Infine possiamo vedere come gli Hell Fire Club abbiano contraddetto una delle
regole fondamentali – il segreto – generando uno scandalo tale da suscitare la
collera del Re. Infatti sapere è potere e proprio per questo il potere si
esercita in segreto.
Un
punto ancora non è stato chiarito. Come ricorderete abbiamo affermato
l’esistenza di un secondo livello occulto in contatto con la massoneria ma
indipendente da essa. Una cerchia entro la quale operavano, nella massima
segretezza, personaggi dotati di poteri e conoscenze magico-alchemiche tali da
godere dell’autorevolezza necessaria per trasmettere direttive alla massoneria.
Personaggi, questi, a diretto contatto con coloro che controllavano la grande
finanza internazionale, che nel XIX secolo estendeva i suoi tentacoli dalla
City di Londra a ogni angolo del mondo. Abbiamo cercato, nei limiti di spazio
che ci siamo imposti, di dimostrare queste tesi. Il punto rimasto in sospeso è
esattamente il funzionamento di questo livello, il vero centro nevralgico della
cospirazione mondialista. E’ giunto finalmente il momento di parlare della
Contro-Chiesa e cioè della Chiesa gnostica, che governa il mondo.
E’
alla fine del XIX Secolo che il variegato milieu occultista inizia a
costituirsi come una vera e propria Chiesa clandestina con tanto di maestri,
sacerdoti e discepoli organizzati in vari ordini, gli uni indipendenti dagli
altri e tuttavia capaci di operare in sinergia verso un obbiettivo comune. Per
essere più precisi, la Contro-Chiesa prese la forma di un << insieme di vasi comunicanti >> secondo la formula
usata in un documento dell’Ordine Martinista 28 .
Tutto
pare aver avuto origine nel 1865, quando Robert Wentworth Lytton fondava a
Londra la Societas Rosacruciana In Anglia. Questa società occulta era riservata
ai massoni che avessero conseguito almeno il grado di maestro ed era limitata a
soli 144 membri. Essa si proponeva di incoraggiare gli studi nel campo dell’occultismo
e dell’esoterismo 29 .
Nel
1871 un membro eminente del Parlamento britannico, lord Bulwer-Lytton, divenne
“Imperator” della setta. Il suo razzismo influenzò il famoso sociologo Jonhn
Ruskin, che diede vita a Oxford a una corrente iniziatica imbevuta di
pan-anglismo razzista. Egli sognava un mondo soggiogato alla razza
anglosassone, nel quale le Nazioni sarebbero state schiacciate dalla ferrea
applicazione dei principi socialisti 30 . Tra i rosacruciani era
fortissima anche l’influenza della cabala ebraica.
Il
più illustre dei Gran Maestri della S.R.I.A. fu il dr. William Wynn Westcot.
Già Segretario del Rito massonico di Swedenborg, mago nero, scrittore di opere
cabalistiche ed ermetiche, Westcot fu il co-fondatore della famigerata Golden
Down 31 . Tale duplice ruolo
di Wescot ci induce a ritenere che la Golden Down sia nata come centrale
occulta della sovversione e che agisse su incarico della S.R.I.A. ovvero degli
“Illuminati”. Costoro, infatti, sarebbero rimasti ben nascosti dietro lo
schermo del potere magico esercitato dai maghi della Golden Down.
La
Hermetic Brotherhood of Golden Down nacque nel 1877 in risposta all’appello
della celebre occultista russa Blavatsky, che esortava l’aristocrazia inglese a
costituirsi come una setta sacerdotale pagana. La setta comprendeva tre Ordini:
un cerchio esterno, uno interno e il cerchio dei Capi Segreti. Nella Golden
Down – come nel martinismo – i capi vengono chiamati “Superiori incogniti”: il
massone J. Pierre Bayard li definisce <<
esseri invisibili che, senza corpo fisico, trasmettono però dei poteri agli
adepti >> 32 . Si tratta di una notevole affermazione, che
merita una breve riflessione. Il primo pensiero va al motto paolino << omnia potestas a Deo >>
da sempre utilizzato dai sacerdoti di un’altra Chiesa – quella cattolica – per
rivendicare il bastone del comando: l’ascendenza divina del principio di
autorità solleva il sacerdote, portavoce della volontà divina, dall’onere di dimostrare
il titolo di legittimità del proprio potere 33 . Inoltre i magici
poteri sopra accennati fanno del mago un mediatore tra la Dio e il Creato:
all’interno di un ambiente come quello della massoneria, dove il
perfezionamento interiore – fino ad elevare sé stesso al livello della divinità
– è visto come il traguardo del percorso iniziatico, il possesso di particolari
facoltà pone il sacerdote pagano al di sopra del maestro massonico. Ecco
finalmente spiegato in che modo la Contro-Chiesa indirizza l’agire profano
della massoneria.
La
Golden Down manteneva stretti legami con la “Stella matutina”: un ristretto
cenacolo di maghi legati alla Società Teosofica. La qual cosa non ci deve
sorprendere vista l’influenza esercitata dalle dottrine spiritiste della
Blavatsky su entrambe le organizzazioni – la Golden Down, appunto, e la Società
teosofica. Tale punto di contatto non deve essere dimenticato.
Il
più illustre esponente della famigerata Golden Dawn, secondo Epiphanius 34,
era Samuel Liddell Mathers, anche noto come conte di Gleustroe o anche come
MacGregor Mathers. Egli era un occultista, un teosofo e soprattutto un membro
del cerchio interno dell’altrettanto famigerato Ordo Templis Orientis. Fu
proprio Mathers che a Parigi, nel 1900, iniziò il più famoso satanista nel Ventesimo
Secolo: Aleister Crowley.
A
testimonianza dell’altissimo livello dei membri della setta, Epiphanius cita:
Rudolf Hess, il delfino di Hitler, e Karl Haushofer, padre della Geopolitica
tedesca e suggeritore della teoria hitleriana dello “Lebensraum”; Florence
Farr, intimo amico del socialista Bernard Shaw, e Gerard Kelly, presidente
della Royal Academy; A.E. Waite, studioso dei Rosacroce, massone e fondatore
della Fellowship of the Rosy Cross e leader dell’Ordo Sanctissimus Rosae et
Auree Crucis, un ordine rosacruciano “interno” e ultrasegreto composto da una
dozzina di selezionatissimi adepti; i poeti Thomas S. Eliott e W.B. Yates; il
romanziere Bram Stocker; Herbert G. Wells, uomo legato all’alta finanza
internazionale; lo scrittore Arthur Machen 35 .
Più
avanti vedremo alcuni di questi soggetti impegnati in prima linea nel progetto
di infiltrazione operato dagli Inglesi all’interno dell’establishment
dell’Impero Austro-Ungarico e dell’Impero tedesco guglielminiano, in
particolare nei delicatissimi settori dei servizi segreti e della diplomazia.
Dalle
radici del rosacrocianesimo si dipana, attraverso la Golden Dawn, l’Ordo
Templis Orientis, di cui parleremo più diffusamente in seguito. Secondo Gerson 36
questa società occulta non sarebbe che lo stadio preparatorio della stregoneria
iniziatica. La setta era organizzata su tre livelli iniziatici. Dal cerchio
interno provenivano, oltre al già citato Mathers: Sean McBride, fondatore di
Amnesty International; Franz Hartman, fondatore della Società Teosofica; il
fondatore dell’antroposofia Rudolf Steiner; i già ricordati Adolf Lanz e Rudolf
Hess 37 . A partire dal 1921 Aleyster Crowley riorganizzò l’O.T.O.
introducendovi la magia sessuale e il satanismo. Le regole della setta sono
enunciate nel “Liber Legis”, che secondo la leggenda sarebbe stato scritto da
lui sotto la dettatura di entità sovrannaturali. All’Ordo Templis Orientis
appartenevano due personaggi del livello di Arnoldo Krumm-Haller e Giuseppe
Cagliostro Cambareri, che avranno un posto di primo piano nei complotti contro
Hitler e Mussolini 38 .
Un’altra
centrale dello spionaggio e della sovversione era l’Ordine Cabalistico dei
Rosacroce, creato nel 1888 e sovrapposto all’Ordine Martinista dal mago nero
Stanislas de Guaita e Josèfin Pèladin detto il Sar. La setta teneva in grande
considerazione le dottrine massoniche, l’Induismo e il Buddismo. Come l’Ordine
Martinista si celava dietro l’O.T.O. così l’Ordine Cabalistico della Rosacroce
si nascondeva dietro l’Ordine Martinista. Infatti i suoi adepti dovevano
appartenere al terzo e ultimo grado martinista. Grazie all’attività del celebre
occultista francese Gèrard Encausse, al secolo, Papus l’Ordine Martinista
divenne un’organizzazione di tutto rispetto. All’inizio del Novecento contava
centinaia di adepti attivi in ogni parte del mondo sotto gli ordini di un
consiglio di ventuno maghi diretto dallo stesso Papus.
Note
1. E. Perucchetti, G. Marletta, Governo
globale. La storia segreta del nuovo ordine mondiale, Arianna Editrice, 2013,
p. 21: << Nello stesso periodo, il
mago di corte John Dee << disegna, in quello che egli definirà un
“geroglifico britannico”, una regina Elisabetta che salpa su una nave chiamata
“Europa” per diventare, con la sua monarchia imperiale, la guida della
Cristianità >>. La citazione è di E. Pennetta, Inchiesta sul
Darwinismo. Scienza e potere dall’imperialismo britannico alle politiche ONU,
Siena, 2011, p. 27.
2. G. Galli, La magia e il potere,
Lindau, 2012, pp. 28-29.
3. Ivi, p. 39.
4. Ivi, pp. 40-41.
5. Ibidem. La citazione di Galli è
riferita a R. Ambelain, La franc-Maconnerie oubliée – 1352 – 1668 – 1720,
Laffont, Paris 1985, p. 134.
6. Ivi, p. 41.
7. Ivi, p. 35.
8. Ibidem.
9. Ivi, p. 34.
10. Ivi, p. 40.
11. E. Perrucchetti, G. Marletta, op. cit.
, pp. 22 – 23.
12. G. Galli, op. cit. , p. 40
13. E. Perrucchetti, G. Marletta, op. cit.
, p. 25.
14. Cfr. G. Tamagnini, Un bolero metafisico
francese, Giuffré Editore.
15. G. Galli, op. cit. , p. 33.
16. E. Perrucchetti, G. Marletta, op. cit.
, p. 23.
17. Ivi, p. 24.
18. Ivi, p. 25.
19. Ibidem.
20. S. Corvisieri, Il mago dei generali,
Odradeck, Roma, 2001, p. 19.
21. G. Galli, op. cit. , p. 34
22. F. Venzi, Massoneria e fascismo,
Castelvecchi, Roma, 2008, p. 52
23. Cfr. sull’argomento M. Focault,
Sorvegliare e punire, Einaudi.
24. G. Galli, op. cit. , p. 335.
25. E. Zolla, Uscite dal mondo, Adelphi,
Milano 1992, p. 339; citato in G. Galli, op. cit. , p. 336
26. D. Arona, G. M. Panizza, Satana ti
vuole – una mappa aggiornata e completa dei moderni riti occulti, Corbaccio,
Milano 1994, pp. 94-96. Il testo citato di H. T. F. Rhodes è la messa nera,
SugarCo, Milano, 1962. Cfr. G. Galli, op. cit. , p. 336-337.
27. Su Burke rimandiamo al notevole studio
di G. Tamagnini, Un giusnaturalismo ineguale. Studio su Edmund Burke, Giuffrè
editore, Milano, 1988.
28. G. Vannoni, Massoneria fascismo e
Chiesa cattolica, 1984, Laterza p.
29. Epiphanius, Sette e società segrete.
La faccia occulta della Storia, Fondazione Testimonium, pp. 147 e sg.
30. Ibidem.
31. Ibidem.
32. Ivi, p. 151; la citazione è in Bayard,
Le franc-juges de la Saint-Vehme, Ed. A. Michel, 1971, p. 162.
33. Sui meccanismi di funzionamento del
potere temporale della Chiesa cfr. G. Tamagnini, Luci della Filosofia, Giuffè
Editore, Milano.
34. Epiphanius, op. cit. , p. 152-153
35. Ivi, p. 156 è possibile trovare
l’elenco.
36. Citato in Epiphanius, op. cit., p. 152
nota 285
37. Ivi.
38. Cfr. S. Corvisieri, Il mago dei
generali, Odradek, 2001.
39. Cfr. G. Vannoni, op. cit.
L'ARTICOLO CHE AVETE LETTO PROVIENE DAL SAGGIO MUSSOLINI E GLI "ILLUMINATI" DI ENRICO MONTERMINI.
L'OPERA E' DEPOSITATA PRESSO LA SIAE ED E' TUTELATA DALLE NORME A DIFESA DEL DIRITTO D'AUTORE.
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