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lunedì 7 settembre 2015

La cultura magico-alchemica.

Abbiamo analizzato la genesi del pensiero mondialista del Nuovo Ordine Mondiale e tuttavia manca ancora un tassello importante: l’aspetto esoterico delle società occulte. Dobbiamo innanzitutto agli studi dello storico Giorgio Galli la consapevolezza che dietro alla facciata “apollinea” della cultura occidentale se ne nasconde un’altra, selvaggia e misteriosa fatta di streghe, di maghi e di alchimisti. Essi prosperano alla corte di Praga sotto la protezione di Rodolfo d’Asburgo (1552-1612) proprio negli stessi anni in cui alla corte di Londra, sotto Elisabetta I (1533-1603), si iniziava a vagheggiare l’idea dell’Inghilterra come di una nuova Israele. Il ponte tra i due mondi fu gettato da John Dee, che soggiornò alla corte di Praga prima di diventare il mago di corte di Elisabetta I e uno dei primi ideologi dell’imperialismo inglese 1 .
La Guerra dei Trent’anni (1618-1648), che fu l’ultima delle ultime grandi guerre di religione combattute in Europa, è un momento importante nella storia della civiltà occidentale. Come rileva Giorgio Galli: << fu una guerra di religione, tra protestanti e cattolici; fu una guerra per l’affermazione dello Stato moderno, col modello della Francia di Richelieu. Fu anche – e questo aspetto è meno studiato – una guerra per distruggere insieme le << streghe >> e i << maghi >> rinascimentali. Quest’ultimo aspetto modificò radicalmente i rapporti tra cultura politica e cultura esoterica: fino al XVII secolo astrologi e alchimisti facevano parte ufficialmente – nonostante periodiche eclissi per condanne ecclesiastiche – degli staff politici dei sovrani che creavano lo Stato moderno, con la forma istituzionale della monarchia detta << assoluta >>. In seguito la loro presenza divenne episodica e clandestina, in un quadro di clandestinità globale della cultura ermetico-alchemica, che ha costituito un portato non secondario della guerra dei Trent’anni >> 2 .
Secondo la tesi di Giorgio Galli questo fu il contesto storico che obbligò maghi, alchimisti ed ermetici a dotarsi di strumenti idonei a resistere alla repressione: un’organizzazione segreta, in quanto clandestina, che avrebbe permesso la trasmissione del proprio sapere e della propria cultura. Questa società segreta prese come simbolo – oggi diremmo: logo – la rosa e la croce. Ritorniamo così a quei Rosacrociani antichi di cui abbiamo già parlato nel precedente capitolo. Tra i libelli del già citato Valentin Andrae (1614) e la fondazione della massoneria speculativa (1717) esiste una continuità storica che ci permette di affermare la sostanziale discendenza di quest’ultima dai Rosacroce: << Lungo tutto l’arco di un secolo (1614-1717) mancherebbero tracce di continuità solo per circa un ventennio (1630-1650), quello nel quale matura lo scontro tra il re e il parlamento e durante il quale una organizzazione clandestina di esoteristi doveva comportarsi col massimo della prudenza. E’ comunque attendibile che il patrimonio culturale degli esoteristi, perseguitati sul continente, sia stato trasmesso in Inghilterra per tutto il XVII secolo >> 3 .
Le interferenze della massoneria speculativa nel mondo della politica sarebbero addirittura antecedenti alla nascita della stessa: << una tradizione esoterica (quella rosacrociana) si intreccia con la cultura politica e in particolare con le vicende che segnano la definitiva vittoria nel Regno Unito della rivoluzione parlamentare, premessa della democrazia rappresentativa […] >> nel senso di una << conferma della scelta dei rappresentanti della cultura esoterica, in questo periodo, per le soluzioni istituzionali della cultura liberal democratica >> 4 . Lo stesso atto costitutivo della massoneria speculativa, ad opera del rev. Anderson e del rev. Desaguliers, avrebbe nascosto interessi fin troppo profani: << un complotto politico messo in piedi da Desaguliers e del quale alla fine del XX secolo non abbiamo ancora del tutto dipanata la trama >> 5 secondo Ambelain. Anche ad avviso di Galli << la massoneria accentua la sua politicizzazione nell’ambito delle istituzioni della democrazia rappresentativa (può essere questa la critica che formula, per esempio, Ambelain, forse collegando questa evoluzione alla svolta del 1717). Si attenuano i collegamenti con la tradizione esoterica e questo può spiegare l’avvicinamento iniziale e il successivo distacco dalle logge di personalità che avranno qualche rapporto con la cultura politica, da Luis-Claude de Saint-Martin a René Guènon >> 6 .
Si noti che personaggi come Guènon possono essersi allontanati, sì, dalla massoneria ma non per questo hanno cessato di manifestare la loro influenza sul mondo della politica. Partendo da ciò possiamo ipotizzare che esista un secondo livello di potere, contiguo a quello massonico ma non pienamente identificabile con esso.
Dopo aver testimoniato l’impegno dei rosacruciani per sostenere istituzioni politiche che garantissero una certa tolleranza, lo stesso Galli accenna poi a uno sviluppo inatteso: << uno scontro all’interno della cultura esoterica >> dal quale emersero gruppi portati a << identificarsi con soluzioni politiche diverse da quelle contrattualistiche, sulle quali facevano affidamento i rosacruciani delle origini >> 7 . Tale contraddizione può essere così esplicitata: << si potrebbe, quindi, ipotizzare da un lato una relativa continuità di questa originaria impostazione nei rapporti con la massoneria; e, dall’altro, evoluzioni che risentono di culture politiche critiche verso la liberaldemocrazia rappresentativa: da una parte, l’egualitarismo, che culmina nella filosofia marxista; e, dall’altro, l’elitarismo, che avrà espressione nei fascismi storici >> 8 .
Questi contrasti emergono con sempre maggiore evidenza mano a mano che la cultura occidentale abbraccia la Scienza rinnegando la magia. Esaminiamo questo passaggio di Galli relativo al XVII secolo: << la persecuzione (della magia, n.d.r.) non fu promossa per ragioni politiche, ma per la citata contiguità con la temuta << stregoneria >> e perché la cultura ermetico-alchemica esprimeva una concezione del mondo concorrenziale con quella della nascente rivoluzione scientifica: per gli alchimisti il processo di trasformazione degli elementi in sintonia con la natura veniva ritenuto non scindibile da un processo di trasformazione dell’operatore nel senso di una sua piena autocoscienza. La rivoluzione scientifica vittoriosa avrebbe invece scisso i due elementi >> 9 .
Domandiamoci ora cosa si intendeva nel XVII per Scienza. La domanda non è gratuita, ma al contrario ci apre a interessanti riflessioni. Newton – impegnato contemporaneamente nella ricerca scientifica, nell’esperienza alchemica e nell’attività politica – poteva ancora considerarsi un “magus” che operava una sorta di mediazione tra Dio e il mondo. Il reverendo Desaguliers, che fu il co-fondatore della massoneria assieme al reverendo Anderson, << collabora agli esperimenti dell’ormai vecchio Newton, ne diffonde le teorie, scrive un poema didattico sul suo sistema (1728). Nel 1714 era entrato a far parte della Royal Society, culla della scienza moderna, ma che Ambelain descrive in questi termini: << Derivava dal “Collegio Invisibile” fondato a Londra nel 1645 da Boyle e Locke, il quale derivava a sua volta dalla Rosacroce fondata a Londra nel 1610 >> 10 .
Già questo basterebbe a gettare un’ombra inquietante sulla nascita della Scienza moderna, ma vi è di più. Scrivono la Perrucchetti e il Marletta: << Il Collegio invisibile era una sorta di “club” di pensatori e uomini colti: il termine “collegio” derivava probabilmente dal medesimo termine utilizzato dai “nemici” cattolici Gesuiti, mentre l’ “invisibilità” sarebbe rimasta tale solo fino all’auspicato riconoscimento da parte della Corona inglese; riconoscimento, che giungerà il 28 novembre 1660 con la fondazione della Royal Society – i cui membri erano, molto simbolicamente, dodici come i discepoli di Cristo ed è con la fondazione della Royal Society che si assisterà alla creazione della forma più perfetta di utilizzo della cultura come strumento a sostegno del potere. Del resto, si tratta della medesima epoca in cui il filosofo inglese Thomas Hobbes, nel suo Leviathan, affermava che una delle condizioni indispensabili per la sopravvivenza stessa dello Stato risiedeva nel controllo delle opinioni delle masse; mentre Christofer Wren, uno dei fondatori della Royal Society, nel preambolo dell’atto costitutivo << ne indicava gli scopi, tra cui quello di stabilire le teorie filosofiche corrette con le quali avrebbe servito la Corona >>. In pratica, la Royal Society nasceva non con lo scopo di far progredire le scienze, ma con quello di utilizzare esplicitamente la scienza stessa a sostegno del potere politico e ideologico dell’Inghilterra >> 11 .
E’ da questo mondo che proviene il reverendo Desaguliers, incaricato dalla casa regnante di Hannover – in contrapposizione agli esiliati Stuart – di fondare la massoneria moderna in quello che uno storico di ambito massonico come Ambelein definisce << un complotto politico >> 12 . Ma perché allora la stessa definizione non può essere attribuita alla Royal Society? Questa organizzazione fu il precursore dell’UNESCO e fu anche la realizzazione, in ambito britannico, di ciò << che Comenius aveva sognato >> ovvero l’idea che << un piccolo gruppo di illuminati detentori della verità abbia il diritto di “indirizzare” l’umanità verso scopi e fini ignoti alle moltitudini >> 13 . La Scienza sarebbe nata, quindi, come una macchinazione delle élite per ingannare le masse. Essa sarebbe stata incoraggiata, difesa e finanziata per essere utilizzata come instrumentum regni in concorrenza con la religione cattolica. Lo comprese bene uno dei padri del pensiero razionale moderno, Cartesio (1595-1650) che accosta metodi di dimostrazione scientifici e prove ontologiche sull’esistenza di Dio per condurre il lettore nell’iperuranio delle idee assolute tanto care in ogni tempo ai nemici della libertà umana: Platone, San Paolo, Sant’Agostino per poi finire – grazie al ponte gettato da Cartesio appunto – a Russeau, Hegel e Marx 14 . Non ci sembra cosa da poco il fatto che il filosofo francese abbia maturato le sue idee durante i ripetuti soggiorni nell’Olanda calvinista. Né che egli abbia cercato – e forse trovato – dei contatti con quel mondo clandestino dei maghi, degli alchimisti e degli ermetici di cui si è detto finora, come ipotizza Giorgio Galli 15 .
Non è dunque possibile scindere in modo netto la massoneria dall’esoterismo, la magia dalla scienza, la massoneria dalla democrazia. Infatti, per quanto incredibile possa sembrare, la cultura esoterica del XVII secolo ha favorito l’affermarsi della democrazia ed è stata all’origine sia della massoneria sia della scienza moderna. Gli ultimi due fenomeni, oltretutto, sarebbero il frutto di una cospirazione architettata da intellettuali di corte, aristocratici e ricchi borghesi con la benedizione della famiglia reale inglese e della Chiesa anglicana. Questa premessa è fondamentale per comprendere quanto in seguito diremo.
<< Bisognerà, tuttavia, attendere quel XIX secolo che vedrà l’espansione planetaria del potere britannico, perché la lobby rappresentata dalla Royal Society diventi la più potente ed efficace stampella ideologica dell’Impero di sua Maestà. Uno degli esempi più noti di questa scienza al servizio del potere, sarà l’opera del pastore anglicano Thomas Malthus, membro di spicco della Royal Società e autore di quel An assay of the principle of population as it affects the future improvement of society, a cui si rifanno, ancora oggi, tutti i teorici del denatalismo e della necessità di contenere o ridurre la popolazione mondiale >> 16 .
Secondo Malthus le risorse alimentari tenderebbero a crescere in maniera aritmetica, mentre invece la popolazione crescerebbe in maniera esponenziale. Sarebbe dunque necessario impegnarsi per frenare la crescita della popolazione, soprattutto quella più povera. Pertanto si sarebbero dovuti rimuovere i sussidi per i ceti meno abbienti – i “Poor Laws” – e ridurre i salari dei lavoratori a livello di mera sussistenza. Egli affermava anche che << i mezzi attraverso i quali tale limitazione (della popolazione n.d.r.) si attuava in natura o nelle società erano più spesso di carattere repressivo o preventivo: le vie repressive contemplavano, in un caso, l’azione della mortalità per mezzo di epidemie, guerre, carestie, ecc; nell’altro, una diminuzione della natalità mediante la diffusione di tutti quei comportamenti, tra cui l’adulterio, la sodomia, ecc. , che causano una diminuzione delle nascite >> 17 . Simili teorie, secondo la Perrucchetti e il Marletta, non facevano altro che riprodurre in forma scientifica un sentimento razzista e classista fortemente diffuso nella società inglese del tempo.
Alla fine del XIX secolo quel tempio della Scienza che fu la Royal Society partorì un’altra perniciosa dottrina, il darwinismo sociale: << Presidente della Royal Society dal 1883 al 1885, Thomas Huxley fu anche il promotore di un gruppo più ristretto ed esclusivo, l’XClub, che ebbe un influsso enorme sulla cultura britannica e la spinse all’accettazione del Darwinismo e dei suoi presupposti. Il Darwinismo, d’altro canto, con la sua idea di lotta per la sopravvivenza e di dominio del più forte ed evoluto, poteva divenire una meravigliosa stampella a sostegno dell’imperialismo inglese (ed europeo in generale); nell’ottica dell’epoca era, infatti, scontato immaginare che l’essere più evoluto al mondo fosse l’uomo bianco europeo (e inglese, in particolare), destinato quindi, dalla Natura stessa, a dominare le altre culture e razze >> 18 .
Pur concordando con l’analisi della Parrucchetta e del Marletta, non siamo del tutto convinti delle loro conclusioni: << con la sua idea di evoluzione “casuale”, che estrometteva di fatto qualsiasi intervento divino sulla realtà, il Darwinismo diveniva inoltre uno straordinario strumento di lotta contro le “religioni tradizionali” e, in ogni caso, contro tutte quelle eredità del passato che, in un modo o nell’altro, sembravano opporsi all’affermazione globale del nuovo mondo liberal-capitalista. Alla fine dell’Ottocento, infatti, l’Inghilterra non era più quel nido di “fanatici religiosi” che era stata secoli prima, ma era divenuta, al contrario, la fucina ideologica di ogni tipo di materialismo, dell’esaltazione del potere tecnologico della macchina e del progresso, inteso come “conversione” del mondo intero alla cultura e alla civiltà moderne >> 19 .
Proviamo ora a confrontare le teorie scientifiche dimostrate da Malthus e Huxley con le dottrine magiche del satanista inglese Alleister Crowley. Scrive Silverio Corviseri: << Nel liber Legis ch’egli scrisse nel 1904 sotto diretta dettatura, a suo dire, di una entità spirituale chiamata Aiwass “non c’è spazio […] per la democrazia, né rispetto per l’uomo comune” […] Definì l’umanitarismo la “sifilide della mente”. Egli si dichiarò a favore del dominio dei più forti sui più deboli e del ripristino dei più spietati meccanismi della selezione naturale in modo da “migliorare la razza”: di conseguenza occorrerebbe tornare ai tempi che precedettero la civiltà giudaico-cristiana sconvolgitrice dell’equilibrio della natura attraverso la contaminazione degli “abili” da parte degli “inabili”. Crowley si chiese se non fosse meglio “sterminare direttamente questi parassiti che infettano l’umanità, cioè i cristiani e anche gli ebrei, che appartengono in fondo allo stesso ceppo religioso. Il darwinismo sociale di Crowley agli inizi del Novecento era molto diffuso in ampie cerchie dell’intellettualità europea e di quella britannica in particolare. Essa fu il brodo culturale e il senso comune di tutte le teorie esoteriche basate sulla gerarchia degli individui e delle razze, sulla concentrazione in poche mani della magia […] nella società umana “c’è il padrone e c’è lo schiavo, il nobile e il servo, il lupo solitario e il gregge” >> 19.
Chiunque può osservare come le dottrine rivelate dall’entità Awaiss a Crowley corrispondano alle tesi del malthusianesimo e del darwinismo sociale. Ognuna di queste tre dottrine presenta inoltre l’avallo della Verità: nel primo caso una verità soprannaturale, negli altri due quello della verità scientifica. Questo esempio ci suggerisce la suggestiva ipotesi che l’élite che deteneva il potere finanziario – che all’epoca si concentrava nella City di Londra – discutesse dei destini dell’umanità in circoli ristretti dove si praticavano ancora quei rituali esoterici ereditati dal passato rosacruciano. Una forma di religione coltivata in clandestinità e caratterizzata da un elitarismo estremo, come tutte le religioni iniziatiche della Storia umana. Sospettiamo perciò che proprio questi cenacoli fossero il centro motore del Nuovo Ordine Mondiale.
Ne troviamo una conferma indiretta nel fatto che proprio dai sopradetti ambienti provenissero i più noti iniziati come Comenius o Sant’Yves d’Alveydre, i quali o di propria iniziativa o per compiacere i potentissimi committenti avrebbero divulgato gli indirizzi della dottrina mondialista. Su questo punto ci limitiamo per ora a citare l’autorità di Giorgio Galli che concorda sul fatto che nel XVI e XVII secolo << i rappresentanti della cultura ermetico-alchemica non avevano un rapporto diretto con la politica. Svolgevano, semmai, un ruolo indiretto che oggi si direbbe di consulenza, talvolta legato a missioni segrete, come è stato detto di John Dee: un rapporto tra poteri occulti e servizi occulti che si ritroverà nei secoli successivi >> 21 . Più avanti esamineremo il ruolo di primo piano ricoperto da grandi iniziati come Crowley, Krumm-Heller e Giuseppe Cambareri nella cospirazione mondialista che portò all’affermazione e alla caduta dei fascismi storici: un ruolo che nel campo dell’intelligence è definita con l’espressione di “agente di influenza”. Tali erano anche Comenius e Sain’Yves d’Alveydre: i profeti del Nuovo Ordine Mondiale svolgevano a nostro avviso il ruolo di cinghie di trasmissione tra i desideri delle élite che controllavano la finanza mondiale e un livello, per così dire, “intermedio”, caratterizzato anch’esso dalla segretezza e dall’utilizzo di simbologie e rituali magici. Un mondo che però si discostava sempre più dall’ideale alchemico di perfezionamento interiore per lasciarsi travolgere da una deriva profana che se da un lato avrebbe accresciuto la propria influenza sulla società, dall’altro avrebbe suscitato le critiche sempre più aspre degli esponenti di spicco dell’esoterismo. Questo mondo è la massoneria.
Il potere finanziario che da secoli tiene le redini del mondo recluta proprio all’interno della massoneria quelle armate di “tecnocrati” a cui Saint’Yves d’Alveydre vorrebbe delegare il governo della res pubblica. Insediati in posizione chiave in ogni settore della vita pubblica, i “fratelli”  sarebbero stati incaricati di manovrare l’opinione pubblica così da ottenere il consenso delle masse indispensabile per soddisfare i desideri inconfessabili dei padroni del mondo. Ecco quindi l’esigenza di tradurre gli inviti pseudo-religiosi dei grandi iniziati – comprensibili solo da un piccolo numero di persone in possesso di un determinato patrimonio sapienziale – in un linguaggio comprensibile alle masse. Ed ecco quindi l’esigenza della Scienza, che, come abbiamo visto, si sviluppa in Inghilterra proprio a partire da quel mondo alchemico, già ridotto alla clandestinità, da cui ha origine anche la massoneria come ci dimostrano le vicende, qui sommariamente esposte per ragioni di spazio, di Newton e del reverendo Desaguliers.
Se la Scienza è il linguaggio, la Scuola è il primo pilastro dell’edificio della coercizione silenziosa delle masse: << anche il Grande Oriente conosceva bene l’importanza strategica dell’istruzione scolastica >> 22 scrive Fabio Venzi con riferimento allo storico evento della scissione della massoneria italiana in due tronconi – Piazza del Gesù e Palazzo Giustiniani – avvenuto nel 1908 proprio a causa delle divergenze di opinione sull’orientamento che doveva avere la scuola pubblica. Tale percezione, come abbiamo visto, fu ben chiara in Inghilterra fin dal XVII secolo e fu la ragione che portò alla nascita della Royal Society. Fu questo tempio del Sapere che formò generazioni e generazioni di tecnocrati, che nella massoneria cercavano soprattutto << la protezione di un club molto esclusivo, a cui però non si può disobbedire >> 23 per riprendere le parole già citate di Marco Pizzuti. Sia detto qui per inciso: gli altri pilastri del sistema di coercizione delle masse oltre alla Scuola furono, storicamente, il servizio di leva, il sistema penitenziario e il manicomio: tutti strumenti che hanno come fine l’educazione (o la rieducazione) del cittadino-lavoratore al riconoscimento dell’autorità e alla pratica della disciplina 24 .
Se il ruolo esecutivo della massoneria è facilmente intuibile, resta difficile rintracciare le testimonianze di quel “livello superiore” che ha mantenuto intatti i rapporti col mondo magico, alchemico ed ermetico del XVII secolo mentre la massoneria si abbandonava alla ben nota deriva profana. Ne troviamo tuttavia traccia nella lettura inglese – nel romanzo gotico, in Byron e Stoker – ma anche nella politica. Giorgio Galli, che pur cercando testimonianze in questo senso tende a sistematicamente a ridimensionare il ruolo del mileu occultista, è costretto ad ammettere: << non sono, tuttavia, mancati rapporti con la cultura politica; e mentre altrove sembrano essere stati più frequenti i rapporti con l’ideologia della destra (più noti) come della sinistra (sinora meno rilevati), in Inghilterra vi sono stati momenti di contatto con quella liberale; dall’inizio del secolo scorso, con Balfour, al culmine del British Empire, sino al suo declino, con la seconda guerra mondiale e con gli uomini che ritenevano di difenderlo: Churchill e il premier canadese Mackenzie King >> 24 .
Elemire Zolla così racconta l’involuzione e la degenerazione dei circoli esoterici britannici del XVIII secolo: << in Inghilterra […] gli Hell Fire Club settecenteschi [circoli del fuoco infernale, N.d.A.] avevano visto aggirarsi in quello Stato << dove non si può essere umiliati >> , certi singolari mostri, nelle cui mani finivano le sorti dell’Inghilterra gettate sulle vie dell’Impero. Il riflesso letterario di codesti covi è il romanzo nero sataneggiante e soprattutto Vathek (compagnia tra le più infernali fu quella di William e Luisa Beckford, Philippe de Loutherbourg e del loro tredicenne << cherubino >> Courthenay, i quali sacrificavano al demonio il parto di Luisa), ma ancora la vita di Lord Byron e le tortuose considerazioni di Cain sono un’eco delle bestemmie coltivate in quei luoghi. Resta da vedere se gli Hell Fire Club più celebri del ‘700 (i cui frequentatori furono gli arbitri dell’eleganza che imposero il culto della carne, della morte e del diavolo), fossero luoghi di culto evocatorio satanico, oppure soltanto confraternite sadiche >> 25 .
Ulteriori informazioni sui rapporti tra la classe dirigente britannica e gli Hell Fire Club le possiamo cogliere da Danilo Arona e Gian Maria Panizza: << Quello dei riti e delle cerimonie celebrate da sir Francis Dashwood e dai suoi amici << monaci >> , verso il 1750, nell’abazia di Medmenham. Dashwood, rappresentato presso la Royal Academy come un francescano che adora un’immagine di Venere profana – cioè nuda – è già celebre nel 1728 per il suo comportamento empio e scostumato, la sfrenata dissolutezza. E’ celebre per aver fondato lo Hell Fire Club, un’istituzione che presto venne imitata in tutta l’Inghilterra dai giovani eredi di una nobiltà corrotta e tediata. Rhodes, basandosi sui dettagli del ritratto di Dashwood di Hogarth […] (un calice rovesciato accanto a un rosario e a un messale aperto) deduce una prova del carattere manicheo dei riti celebrati dai Dodici Miscredenti della Confraternita: argomenta che alcuni indizi ci possono far pensare a un culto di Satana, sia pure un Satana rivestito dei panni di un razionalismo illuminista settecentesco. Di questi riti non si sa nulla, perché il segretario, Paul Whitehead, bruciò tutti gli annali e i documenti. Nell’ambito dei vari club si invocava Lucifero, ci si burlava della religione con cerimonie nelle quali si disonorava il crocefisso alla presenza di gatti neri. Tutto ciò condusse alla collera del Re, a un editto che condannò l’affronto empio e blasfemo alla Sacra Religione. Si votò anche per la soppressione dei club con poteri di emergenza, e da allora il movimento, si potrebbe dire, passò alla clandestinità. Dashwood riformò anche il Book of Common Prayer (in collaborazione, nel 1773, nientemeno che con Benjamin Franklin, suo amico personale, che pare abbia visitato l’abazia durante una sua venuta in Inghilterra). Riemergerebbe ancora una volta l’antica accusa orgiastica a un movimento clandestino, stavolta non più dissimulato nelle tenebre ma – illuministicamente – esposto a tutti dietro una facciata beffarda e derisoria, apertamente politica, insomma >> 26 .
Dal passo che abbiamo ora citato troviamo importanti conferme alle nostre tesi: innanzitutto che vi fu una continuità nei culti pagani che può essere rintracciata pure nel bel mezzo dell’età dei Lumi. Considerato l’alto livello degli affiliati, deduciamo che il mondo esoterico ebbe un impatto notevole sulla vita politica della Gran Bretagna e di una parte sempre più grande del mondo, man mano che l’Impero britannico si ampliava, fino ad abbracciare il 40% delle terre abitabili. Degna di nota è la descrizione dei “giovani eredi di una nobiltà tediata e corrotta”: da essi provenivano gli uomini politici che reggevano le sorti dell’Impero e la schiera di amministratori dei lontani possedimenti oltremare di Sua Maestà, che costituivano la spina dorsale dell’Impero britannico e contro i quali il giurista Edmund Burke metteva in guardia i suoi concittadini, accusandoli di essere “i violatori della legge in India” 27 . Infine possiamo vedere come gli Hell Fire Club abbiano contraddetto una delle regole fondamentali – il segreto – generando uno scandalo tale da suscitare la collera del Re. Infatti sapere è potere e proprio per questo il potere si esercita in segreto.
Un punto ancora non è stato chiarito. Come ricorderete abbiamo affermato l’esistenza di un secondo livello occulto in contatto con la massoneria ma indipendente da essa. Una cerchia entro la quale operavano, nella massima segretezza, personaggi dotati di poteri e conoscenze magico-alchemiche tali da godere dell’autorevolezza necessaria per trasmettere direttive alla massoneria. Personaggi, questi, a diretto contatto con coloro che controllavano la grande finanza internazionale, che nel XIX secolo estendeva i suoi tentacoli dalla City di Londra a ogni angolo del mondo. Abbiamo cercato, nei limiti di spazio che ci siamo imposti, di dimostrare queste tesi. Il punto rimasto in sospeso è esattamente il funzionamento di questo livello, il vero centro nevralgico della cospirazione mondialista. E’ giunto finalmente il momento di parlare della Contro-Chiesa e cioè della Chiesa gnostica, che governa il mondo.
E’ alla fine del XIX Secolo che il variegato milieu occultista inizia a costituirsi come una vera e propria Chiesa clandestina con tanto di maestri, sacerdoti e discepoli organizzati in vari ordini, gli uni indipendenti dagli altri e tuttavia capaci di operare in sinergia verso un obbiettivo comune. Per essere più precisi, la Contro-Chiesa prese la forma di un << insieme di vasi comunicanti >> secondo la formula usata in un documento dell’Ordine Martinista 28 .
Tutto pare aver avuto origine nel 1865, quando Robert Wentworth Lytton fondava a Londra la Societas Rosacruciana In Anglia. Questa società occulta era riservata ai massoni che avessero conseguito almeno il grado di maestro ed era limitata a soli 144 membri. Essa si proponeva di incoraggiare gli studi nel campo dell’occultismo e dell’esoterismo 29 .
Nel 1871 un membro eminente del Parlamento britannico, lord Bulwer-Lytton, divenne “Imperator” della setta. Il suo razzismo influenzò il famoso sociologo Jonhn Ruskin, che diede vita a Oxford a una corrente iniziatica imbevuta di pan-anglismo razzista. Egli sognava un mondo soggiogato alla razza anglosassone, nel quale le Nazioni sarebbero state schiacciate dalla ferrea applicazione dei principi socialisti 30 . Tra i rosacruciani era fortissima anche l’influenza della cabala ebraica.
Il più illustre dei Gran Maestri della S.R.I.A. fu il dr. William Wynn Westcot. Già Segretario del Rito massonico di Swedenborg, mago nero, scrittore di opere cabalistiche ed ermetiche, Westcot fu il co-fondatore della famigerata Golden Down 31 .  Tale duplice ruolo di Wescot ci induce a ritenere che la Golden Down sia nata come centrale occulta della sovversione e che agisse su incarico della S.R.I.A. ovvero degli “Illuminati”. Costoro, infatti, sarebbero rimasti ben nascosti dietro lo schermo del potere magico esercitato dai maghi della Golden Down.
La Hermetic Brotherhood of Golden Down nacque nel 1877 in risposta all’appello della celebre occultista russa Blavatsky, che esortava l’aristocrazia inglese a costituirsi come una setta sacerdotale pagana. La setta comprendeva tre Ordini: un cerchio esterno, uno interno e il cerchio dei Capi Segreti. Nella Golden Down – come nel martinismo – i capi vengono chiamati “Superiori incogniti”: il massone J. Pierre Bayard li definisce << esseri invisibili che, senza corpo fisico, trasmettono però dei poteri agli adepti >> 32 . Si tratta di una notevole affermazione, che merita una breve riflessione. Il primo pensiero va al motto paolino << omnia potestas a Deo >> da sempre utilizzato dai sacerdoti di un’altra Chiesa – quella cattolica – per rivendicare il bastone del comando: l’ascendenza divina del principio di autorità solleva il sacerdote, portavoce della volontà divina, dall’onere di dimostrare il titolo di legittimità del proprio potere 33 . Inoltre i magici poteri sopra accennati fanno del mago un mediatore tra la Dio e il Creato: all’interno di un ambiente come quello della massoneria, dove il perfezionamento interiore – fino ad elevare sé stesso al livello della divinità – è visto come il traguardo del percorso iniziatico, il possesso di particolari facoltà pone il sacerdote pagano al di sopra del maestro massonico. Ecco finalmente spiegato in che modo la Contro-Chiesa indirizza l’agire profano della massoneria.
La Golden Down manteneva stretti legami con la “Stella matutina”: un ristretto cenacolo di maghi legati alla Società Teosofica. La qual cosa non ci deve sorprendere vista l’influenza esercitata dalle dottrine spiritiste della Blavatsky su entrambe le organizzazioni – la Golden Down, appunto, e la Società teosofica. Tale punto di contatto non deve essere dimenticato.
Il più illustre esponente della famigerata Golden Dawn, secondo Epiphanius 34, era Samuel Liddell Mathers, anche noto come conte di Gleustroe o anche come MacGregor Mathers. Egli era un occultista, un teosofo e soprattutto un membro del cerchio interno dell’altrettanto famigerato Ordo Templis Orientis. Fu proprio Mathers che a Parigi, nel 1900, iniziò il più famoso satanista nel Ventesimo Secolo: Aleister Crowley.
A testimonianza dell’altissimo livello dei membri della setta, Epiphanius cita: Rudolf Hess, il delfino di Hitler, e Karl Haushofer, padre della Geopolitica tedesca e suggeritore della teoria hitleriana dello “Lebensraum”; Florence Farr, intimo amico del socialista Bernard Shaw, e Gerard Kelly, presidente della Royal Academy; A.E. Waite, studioso dei Rosacroce, massone e fondatore della Fellowship of the Rosy Cross e leader dell’Ordo Sanctissimus Rosae et Auree Crucis, un ordine rosacruciano “interno” e ultrasegreto composto da una dozzina di selezionatissimi adepti; i poeti Thomas S. Eliott e W.B. Yates; il romanziere Bram Stocker; Herbert G. Wells, uomo legato all’alta finanza internazionale; lo scrittore Arthur Machen 35 .
Più avanti vedremo alcuni di questi soggetti impegnati in prima linea nel progetto di infiltrazione operato dagli Inglesi all’interno dell’establishment dell’Impero Austro-Ungarico e dell’Impero tedesco guglielminiano, in particolare nei delicatissimi settori dei servizi segreti e della diplomazia.
Dalle radici del rosacrocianesimo si dipana, attraverso la Golden Dawn, l’Ordo Templis Orientis, di cui parleremo più diffusamente in seguito. Secondo Gerson 36 questa società occulta non sarebbe che lo stadio preparatorio della stregoneria iniziatica. La setta era organizzata su tre livelli iniziatici. Dal cerchio interno provenivano, oltre al già citato Mathers: Sean McBride, fondatore di Amnesty International; Franz Hartman, fondatore della Società Teosofica; il fondatore dell’antroposofia Rudolf Steiner; i già ricordati Adolf Lanz e Rudolf Hess 37 . A partire dal 1921 Aleyster Crowley riorganizzò l’O.T.O. introducendovi la magia sessuale e il satanismo. Le regole della setta sono enunciate nel “Liber Legis”, che secondo la leggenda sarebbe stato scritto da lui sotto la dettatura di entità sovrannaturali. All’Ordo Templis Orientis appartenevano due personaggi del livello di Arnoldo Krumm-Haller e Giuseppe Cagliostro Cambareri, che avranno un posto di primo piano nei complotti contro Hitler e Mussolini 38 .
Un’altra centrale dello spionaggio e della sovversione era l’Ordine Cabalistico dei Rosacroce, creato nel 1888 e sovrapposto all’Ordine Martinista dal mago nero Stanislas de Guaita e Josèfin Pèladin detto il Sar. La setta teneva in grande considerazione le dottrine massoniche, l’Induismo e il Buddismo. Come l’Ordine Martinista si celava dietro l’O.T.O. così l’Ordine Cabalistico della Rosacroce si nascondeva dietro l’Ordine Martinista. Infatti i suoi adepti dovevano appartenere al terzo e ultimo grado martinista. Grazie all’attività del celebre occultista francese Gèrard Encausse, al secolo, Papus l’Ordine Martinista divenne un’organizzazione di tutto rispetto. All’inizio del Novecento contava centinaia di adepti attivi in ogni parte del mondo sotto gli ordini di un consiglio di ventuno maghi diretto dallo stesso Papus.

Note
1.    E. Perucchetti, G. Marletta, Governo globale. La storia segreta del nuovo ordine mondiale, Arianna Editrice, 2013, p. 21: << Nello stesso periodo, il mago di corte John Dee << disegna, in quello che egli definirà un “geroglifico britannico”, una regina Elisabetta che salpa su una nave chiamata “Europa” per diventare, con la sua monarchia imperiale, la guida della Cristianità >>. La citazione è di E. Pennetta, Inchiesta sul Darwinismo. Scienza e potere dall’imperialismo britannico alle politiche ONU, Siena, 2011, p. 27.
2.     G. Galli, La magia e il potere, Lindau, 2012, pp. 28-29.
3.     Ivi, p. 39.
4.     Ivi, pp. 40-41.
5.    Ibidem. La citazione di Galli è riferita a R. Ambelain, La franc-Maconnerie oubliée – 1352 – 1668 – 1720, Laffont, Paris 1985, p. 134.
6.     Ivi, p. 41.
7.    Ivi, p. 35.
8.    Ibidem.
9.    Ivi, p. 34.
10.  Ivi, p. 40.
11.  E. Perrucchetti, G. Marletta, op. cit. , pp. 22 – 23.
12.  G. Galli, op. cit. , p. 40
13.  E. Perrucchetti, G. Marletta, op. cit. , p. 25.
14.  Cfr. G. Tamagnini, Un bolero metafisico francese, Giuffré Editore.
15.  G. Galli, op. cit. , p. 33.
16.  E. Perrucchetti, G. Marletta, op. cit. , p. 23.
17.  Ivi, p. 24.
18.  Ivi, p. 25.
19.  Ibidem.
20.  S. Corvisieri, Il mago dei generali, Odradeck, Roma, 2001, p. 19.
21.  G. Galli, op. cit. , p. 34
22.  F. Venzi, Massoneria e fascismo, Castelvecchi, Roma, 2008, p. 52
23.  Cfr. sull’argomento M. Focault, Sorvegliare e punire, Einaudi.
24.  G. Galli, op. cit. , p. 335.
25.  E. Zolla, Uscite dal mondo, Adelphi, Milano 1992, p. 339; citato in G. Galli, op. cit. , p. 336
26.  D. Arona, G. M. Panizza, Satana ti vuole – una mappa aggiornata e completa dei moderni riti occulti, Corbaccio, Milano 1994, pp. 94-96. Il testo citato di H. T. F. Rhodes è la messa nera, SugarCo, Milano, 1962. Cfr. G. Galli, op. cit. , p. 336-337.
27.  Su Burke rimandiamo al notevole studio di G. Tamagnini, Un giusnaturalismo ineguale. Studio su Edmund Burke, Giuffrè editore, Milano, 1988.
28.  G. Vannoni, Massoneria fascismo e Chiesa cattolica, 1984, Laterza p.
29.  Epiphanius, Sette e società segrete. La faccia occulta della Storia, Fondazione Testimonium, pp. 147 e sg.
30.  Ibidem.
31.  Ibidem.
32.  Ivi, p. 151; la citazione è in Bayard, Le franc-juges de la Saint-Vehme, Ed. A. Michel, 1971, p. 162.
33.  Sui meccanismi di funzionamento del potere temporale della Chiesa cfr. G. Tamagnini, Luci della Filosofia, Giuffè Editore, Milano.
34.  Epiphanius, op. cit. , p. 152-153
35.  Ivi, p. 156 è possibile trovare l’elenco.
36.  Citato in Epiphanius, op. cit., p. 152 nota 285
37.  Ivi.
38.  Cfr. S. Corvisieri, Il mago dei generali, Odradek, 2001.
39.  Cfr. G. Vannoni, op. cit.

L'ARTICOLO CHE AVETE LETTO PROVIENE DAL SAGGIO MUSSOLINI E GLI "ILLUMINATI" DI ENRICO MONTERMINI.
L'OPERA E' DEPOSITATA PRESSO LA SIAE ED E' TUTELATA DALLE NORME A DIFESA DEL DIRITTO D'AUTORE.

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